mercoledì 6 aprile 2016

Vincenzo P.

Il varo del Tricolore, futuro Vincenzo P. (g.c. Mauro Millefiorini)

Il Vincenzo P. era un motoveliero da carico (un brigantino goletta da 268 tsl e 247 tsn, lungo 36,94 metri, largo 8,32 metri e pescante 3,96) costruito nel 1918 dal Cantiere Navale agli Scogli di Luigi Gotuzzo, di Chiavari (varato il 20 luglio 1918, in origine si chiamava Tricolore) ed appartenente all’armatore triestino Umberto Missaglia. Iscritto con matricola 106 al Compartimento Marittimo di Trieste, non venne mai requisito, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato. I suoi proprietari originari erano stati gli armatori Salvatore e Vincenzo Piro fu Ciro, di Gaeta (per altra fonte, invece, inizialmente fu tale A. Padrini), che lo cedettero a Missaglia nel 1940.

Il 28 luglio 1941, alle 21, il Vincenzo P. salpò da Lampedusa alla volta di Tripoli, in convoglio con il piroscafetto cisterna Speranza, la nave per recuperi Rostro, il motoveliero Eugenio ed i dragamine ausiliari DM 30 Proteo e DM 3 Tenacemente (il Rostro si unì al convoglio durante la navigazione, così come un altro piroscafetto, l’Ettore Fieramosca).
Giunto a Tripoli il 2 od il 3 luglio, il Vincenzo P. (che era carico di provviste) proseguì successivamente verso Bengasi insieme al rimorchiatore Nettuno.
Alle 13.30 del 15 luglio, tuttavia, le due piccole navi vennero avvistate, in posizione 30°56’ N e 17°56’ E dal sommergibile britannico Taku (capitano di corvetta Edward Christian Frederic Nicolay). Dato che il maltempo impediva di attaccarle col cannone, Nicolay decise di limitarsi a pedinarle, in attesa che la situazione migliorasse; alle 20.26 Nettuno e Vincenzo P. si ancorarono in posizione 30°41’ N e 18°19’ E, vicino alla riva, e Nicolay decise di mettere a mare un kayak pieghevole per attaccarle con esso. Il kayak venne però distrutto da un’onda, quindi l’idea fu abbandonata, ed alle 22.14 il Taku aprì il fuoco col cannone, da soli 275 metri di distanza.
Il primo ad essere bersagliato fu il Nettuno, che fu colpito; il rimorchiatore mollò l’ancora e si portò all’incaglio sulla vicina costa, ed il Taku spostò allora il tiro sul Vincenzo P., contro il quale sparò dodici colpi da una distanza di appena 140 metri.
Colpito ed abbandonato dall’equipaggio (tra il quale non vi furono vittime), il motoveliero venne abbordato dal sommergibile britannico, che prelevò carte nautiche, libri e quanto altro potesse essere di utilità (ciò permise ai britannici, tra l’altro, di risalire all’identità della nave), dopo di che lo affondò a cannonate nel punto 30°44.5’ N e 18°20’ E, 25 miglia ad est-sud-est di Ras Auegia, a circa 500 metri dalla costa.


L’attacco a Vincenzo P. e Nettuno nel giornale di bordo del Taku (da Uboat.net):

“1430 hours - An armed tug and a schooner were sighted in position 30°56'N, 17°56'E. Weather conditions were unfavourable for gunnery action. Taku shadowed the ships.
2126 hours - The ships were at anchor close inshore in position 30°41'N, 18°19'E. Taku surfaced to launch a folbot party. The folbot however broke in a wave and the idea of a folbot attack was abandoned. (A folbot is a folding kayak).
2314 hours - The armed tug was engaged with gunfire from 300 yards. A lighter was sighted laying astern of the tug. The lighter was slipped and drifted ashore. The tug was hit, the crew slipped the anchor cable and beached itself. Taku now shifted fire to the schooner. 12 rounds were fired from 150 yards. The schooner was then boarded. Charts, books, etc. were captured. The schooner was the Vincenzo P. and was loaded with provisions. The schooner was then sunk by gunfire.”



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